Capitolo Cinquecentottantacinque

Vorrei poter lavorare sulla mia erotofobia. Come già scritto in diversi altri capitoli (tra gli altri il capitolo 105 e il capitolo 272), questa fobia risulta così invalidante che, anche solo sentir pronunciare da lontano qualsiasi parola inerente alla sfera intima umana, mi causa angoscia, panico, terrore e vertigini.

A differenza di tutti gli altri ambiti, dove solo la razionalità è coinvolta, questa è l’unica sfera dove è la parte emotiva a prendere il sopravvento. Per fortuna, la parte razionale non è del tutto assente, altrimenti risulterei ancora più a disagio. Una parte razionale che si aggrappa a quella emotiva, dicendole che sta sbagliando, che non è così. Ma la parte emotiva non le crede, replicando con presunzione a tutte le argomentazioni logiche, utilizzandone una propria. Almeno la parte razionale, rallentandola, ha il potere di farla vivere con un po’ meno disagio, evitando un panico totale, o una crisi isterica.

Insieme all’insolita parte emotiva, trova spazio anche un sentimento che ho sempre detestato, ovvero l’orgoglio. Nella vita sono sempre stato l’ultimo degli ultimi, un essere umano inferiore. A me va bene così, ho accettato il mio ruolo. Ma in questo caso, uno stupido orgoglio mi fa credere di essere migliore almeno in una cosa, di non essere come la maggior parte degli essere umani adulti, per non aver mai intrapreso volontariamente alcun atto intimo. E anche qui, oltre al sapere di sbagliare, so quanto insulso e arrogante sia questo pensiero. E la cosa mi devasta. Perché non sono migliore di nessuno, nemmeno in questo ambito.

Non sono consapevole se, e quanto, gli abusi sessuali vissuti durante l’infanzia, possano aver plasmato questa mia percezione. Avrei potuto svilupparla indipendentemente da ciò che ho subito. Riconosco essere un’ipotesi remota, visto che, malgrado l’ipersessualità (capitolo 305) sia comunque la risposta più comune tra le vittime di stupri (durante l’infanzia e l’età adulta), benché in minoranza, la repulsione sessuale trova comunque un’ampia porzione di vittime che ne soffrono.

L’asessualità trova maggior incidenza nella popolazione autistica rispetto a quella neurotipica, ma non è questo il caso. Benché non abbia mai provato attrazione erotica verso nessun essere umano, l’asessualità e la repulsione sessuale sono due concetti completamente diversi, slegati tra loro.

Il mio obiettivo sarebbe solo quello di togliere tutto, o almeno in parte, il potere negativo che mi causano questi argomenti, così da non sentirmi più svenire solo a sentirne accennare da lontano. E mi dispiace percepire come malvagie, e da temere, tutte le persone che volontariamente intraprendono rapporti intimi. Anche se ci sono alcune poche eccezioni a questo pensiero, sono conscio di sbagliare, e mi dispiace tantissimo, ma ancora non riesco a vederle che così. Ho bisogno di “un’educazione sociale” alla sessualità.

Un argomento che porta fuori il peggio di me, che mi fa essere una persona ancora più orribile, mascherata da debole creatura fragile e spaventata. Le emozioni che questa tematica mi causa non è una scusante per essere così arrogante. Vorrei aver la possibilità di cambiare. Sto già vivendo due percorsi terapeutici paralleli, dove sto affrontando altre tematiche, ma conto di poter affrontare il problema appena si presenteranno le condizioni. Non sarà affatto facile e so già che mi causerà uno stress emotivo piuttosto severo, probabilmente non esente da crisi di panico, meltdown (capitolo 408), o shutdown (capitolo 494).

Scrivere tutto questo mi ha causato estremo disagio emotivo e chiedo scusa a chiunque possa aver trovato offensivo questo capitolo. Mi dispiace tanto, avete ragione nell’odiarmi.

24 pensieri riguardo “Capitolo Cinquecentottantacinque

  1. Nessuno ti odia, non sei affatto orribile. Io posso parlare per me, ma hai parlato molte volte del diritto ad essere fragili e vulnerabili. Stai comunque affrontando questo aspetto. Non giudicarti, cerca solo di accoglierti.

    Piace a 2 people

  2. Mi spiace davvero. Ma posso solo dirti che l’atto di pesante bullismo che ho subito alle elementari da parti di 2 stronzetti che mi chiusero nel bagno durante la ricreazione, io ancora adesso non riesco a farmi toccare da nessun uomo che non conosco già.

    Piace a 1 persona

      1. Ricordo bene che agli inizi mi parlasti di quell’atto accaduto nei bagni e mi dispiace molto, soprattutto per gli strasichi che ancora oggi ti sta portando. Anch’io ho un’avversione totale per ogni contatto fisico, compresa la “classica” stretta di mano. Ma ciò non è del tutto causato dagli abusi, visto che l’avversione per il contatto fisico è estremamente comune tra le persone autistiche. Gli abusi non hanno fatto altro che rafforzare il disagio con la paura. Comunque buona giornata anche a te Antartica ^_^

        Piace a 1 persona

  3. Quello che hai subito è stato molto pesante e il fatto che tu abbia intenzione di cambiare pensiero su certe cose ti fa veramente onore, ma è una cosa che richiede veramente tanto tempo e soprattutto richiederebbe il supporto di qualcuno. Le fobie sono difficili da superare o almeno da sopportare e inoltre tu hai subito un trauma talmente grande che penso abbia influenzato parecchio. Il fatto che ti renda conto di tutto ciò e che stai cercando di migliorare è già un grande passo avanti, amica mia.

    Piace a 2 people

  4. Come vittima di abusi io stessa posso dirti di aver avuto un profondo rifiuto per il s…. fino ai 22 anni. Non solo per me era normale subliminare ogni cosa nell’arte ma anche quella brutta cosa che tutti sembravano volere mi faceva davvero senso. Poi mi son sbloccata col primo amore, vissuto solo in ambito onirico, che con un sogno ad un certo punto fece uscire da me quel bisogno fisico.
    Ma non è affatto facile per me non provare a ricreare in qualche modo la scena e il dolore è cristallizzato ancora tutto lá. Io non ho potuto essere ipnotizzata ( perchè il mio psicologo mi disse ch’era troppo rischioso per il mio io interiore) ma forse tu potresti dirlo al tuo terapeuta per quanto riguarda la fobia perchè può darsi che il tuo blocco sia interiore e tutto si possa snodare con un metodo in cui tu non sei cosciente per intervenire, evitando appunto la tua repulsione consapevole. L’asessualitá vuol dire coccole, carezze, ma a volte anche nessun contatto. Ci sono persone che vivono insieme e si amano solo di amore platonico. È raro ma esiste. Quindi magari può anche succedere che tu abbia un’attrazione mentale, a me succede pure, e giá questa basta. Voglio dire non per forza bisogna trasformare tutto in altro. Non sei obbligato a dover fare o provare nulla. Va bene cosí e se gli altri pensano ad altro cavoli loro. Tua è la vita e tu scegli cosa fare, cosa provare e come vivere. Nessuno deve permettersi di dirti cosa essere o cosa fare. Tusei libero di non farlo mai e di restare cosí e qualcuna/o ti amerá anche senza sfiorarti con un dito. Esiste un amore sublime che non include i corpi.

    Piace a 2 people

    1. Ciao Fairy Queen, vorrei profondamente ringraziarti per la preziosa testimonianza. Immagino non sia stato semplice aprirsi così tanto. Vorrei lavorare sulla mia erotofobia solo perché mi sembra ingiusto che il me ineriore consideri malvage tutte le persone che intraprendano volontariamente tali atti e anche per evitare di stare male quando ne sento accennare in modo random. Non credo di voler intraprendere qualsivoglia relazione romantica, sia fisica che platonica, penso che sarebbe emotivamente e sensorialmente sovrastimolante. Ho scoperto solo pochissimo tempo fa che poteva esistere l’amicizia (prima di allora credevo che fosse solo un’espediante narrativo per libri e cartoni animati e mai avevo avuto nemmeno semplici conoscenze), anche se cerco di disturbare questa persona il meno possibile con la mia esistenza. Poi, da persona autistica di livello 2, il contatto fisico è sempre stato qualcosa di estremamente devastante, anche prima degli abusi. Senza contare il fatto che a me piace moltissimo stare da solo, quello che mi ha fatto soffrire è il non aver mai avuto una scelta.

      "Mi piace"

  5. Avere chiaro ciò che vorresti è un primo passo per raggiungere quell’obbiettivo. Sicuramente dare un ordine di priorità è fondamentale, ma perchè no, potresti provare a parlarne in terapia quando lo riterrai opportuno. Dal mio punto di vista non siamo esseri statici e ogni nuova direzione può magari offrire delle opportunità. Poi certamente gli aspetti da valutare sono molti, certi risultati si raggiungono con percorsi lunghi, e magari avendo prima risolto altre questioni, ma sarebbe davvero bello se tu potessi almeno “alleggerire” questa fobia.

    Piace a 2 people

Lascia un commento