Capitolo Cinquecentotredici

Il Complex Post Traumatic Stress Disorder, abbreviato in CPTSD, è una condizione non ancora del tutto riconosciuta, ma che troverà, auspicabilmente presto, posto in tutti i manuali diagnostici. Non sono uno specialista della salute mentale, ma cercherò comunque di riassumere il CPTSD, per quanto possibile, in questo capitolo. Purtroppo è uno degli argomenti che anche nel DSM (solo riguardo al PTSD visto che il CPTSD non è ancora inserito) prende più spazio e sarebbe riduttivo esaurire la tematica in questo capitolo. Cercherò di ottenere un riassunto il più possibile stringato, prendendo in esame solo gli aspetti più evidenti, per poi sviluppare singolarmente gli argomenti in futuro.

A differenza del PTSD, disturbo provocato da un unico trauma, o comunque limitato nel tempo, il CPTSD è una risposta che si sviluppa per uno, o più traumi, prolungati nel tempo, o ripetuti. Non tutte le persone che hanno subito traumi sviluppano questi due tipi di risposta, ma le probabilità sono molto alte, soprattutto per chi ha subito un trauma prolungato, o diversi traumi, durante l’infanzia. Mi dedicherò soprattutto ai traumi vissuti in età infantile, ma ciò si può applicare anche a quelli subiti in età adulta.

Non ci sono solo le violenze sessuali (capitolo 497), ma anche quelle fisiche, verbali, negligenza da parte dei caregiver, bullismo, negazione, gaslight, lavoro minorile, genitorializzazione (parentification), violenza assistita, crescere con genitori affetti da dipendenze o da disturbi mentali, vivere in un ambiente caotico o non sicuro, o una combinazione di questi, e altri, traumi.

Se già questi traumi fanno male, l’eredità che lasciano è, probabilmente, ancora più devastante. I traumi possono fisicamente alterare lo sviluppo del cervello e le connessioni che esso avrebbe dovuto allacciare diversamente.

– La depressione è forse la risposta più comune. Non esiste un solo tipo di depressione e non tutte le persone la sperimentano alla stessa maniera, ma ciò non significa che ci siano modi più o meno giusti per manifestarla. Al contrario di quanto si creda, la depressione non si rivela solo con un atteggiamento triste e abbattuto, ma può abbracciare uno spettro di emozioni molto ampio, includendo irritabilità, rabbia (molto comune nell’adolescenza), comportamenti spericolati, dipendenze, ecc.

– Anche le dipendenze sono purtroppo una risposta molto comune. Alcol, droghe, gioco d’azzardo, tabagismo, ripetuti comportamenti spericolati, pornodipendenza, comportamenti compulsivi in genere, oltre ad essere utilizzati per obnubilare la mente, o non pensare, sono tutti segnali che qualcosa non sta andando.

– I disturbi alimentari possono accompagnare la vittima sin dal momento degli abusi, senza abbandonarla mai, se non con terapie e percorsi specifici. I disturbi alimentari possono essere di ogni tipo, dall’anoressia, al binge, dal PICA, alla bulimia. I disturbi alimentari possono essere anche un modo per riappropriarsi del proprio corpo, ottenendo un’apparente forma di controllo (capitolo 479), dove un controllo non c’era. Possono svilupparsi anche come barriera protettiva, specialmente nei traumi sessuali, dove la vittima veniva lodata per il suo corpo (morbido, snello, ecc).

– Avere problemi di memoria, di concentrazione, o avere una bassa soglia dell’attenzione, sono sintomi che si possono riscontrare, sia nella carriera scolastica, che in quella lavorativa. Si può avere un decremento delle funzioni esecutive, dove anche realizzare, o comprendere, compiti, o procedure non complesse, può diventare una sfida fin troppo impegnativa.

– L’autolesionismo (capitolo 299) è un modo in cui sentire qualcosa, punire il proprio corpo, o ritraumatizzarsi.

– La persona può andare spesso in “zoning out”, dissociarsi, o sentirsi obnubilata. I fattori possono essere molteplici, come lo stress per alcune situazioni, la riattivazione di alcuni ricordi scatenanti, la complessità di comprendere certe situazioni o esecuzioni.

– La disregolazione emotiva, ovvero il provare sensazioni più intense rispetto alla media, siano esse di tristezza, rabbia, felicità, è comune, ma non esclusiva, delle persone vittime di traumi prolungati. Di solito si può attivare come risposta a situazioni di disagio, come critiche, atti di bullismo, pressione lavorativa. Ma può mostrarsi anche in contesti di felicità. Le emozioni diventano delle vere e proprie montagne russe, facendo provare gli estremi di felicità, tristezza, ansia, paura, ecc. Possono anche scatenarsi emozioni non appropriate al contesto, come fragorose risate in assenza di eventi divertenti, o crisi di pianto senza nessuna ragione apparente.

– Sensazione di sentirsi esclusi o escluse, timore di non riuscire a trovare un posto nel mondo, e avere spesso problemi in ogni contesto sociale, scolastico e lavorativo. Per ovviare a questo, si può spesso tornare nel circolo dell’abuso, diventando people pleaser, oppure attivando una vera e propria fawn response (capitolo 290).

– La fawn response è legata anche ad un altro grande problema causato dai traumi, quello di evitare i conflitti a tutti i costi. Anche qui, ci sono tante ragioni per cui si voglia sfuggire ai conflitti, ma spesso è per evitare le stesse dinamiche degli abusi subiti durante l’infanzia, dati spesso dalla mancanza di simmetria tra la vittima e chi abusava.

– Mettere i propri bisogni, e le proprie esigenze, all’ultimo posto, o non tenerle affatto in considerazione. È molto comune, per le persone che hanno subito abusi durante l’infanzia, essere messe in disparte, non considerate e i loro bisogni sminuiti. Vengono spesso accusate di far perdere tempo, di essere egoisti ed egoiste, di non adempiere ai loro compiti, o di non riconoscere la “fortuna” di avere quei o quelle caregiver. Oppure possono sentirsi invalidate perché c’è sempre qualcosa di più importante da fare. Questa dinamica si può trascinare anche nell’età adulta, nei rapporti lavorativi, nelle relazioni romantiche o di amicizia.

– La persona può tendere ad isolarsi dal mondo, o limitare le interazioni e le situazioni sociali, malgrado abbia comunque voglia di farne parte. Può avvertire troppa pressione sociale, o può avere paura di incontrare cause scatenanti riguardo ai suoi ricordi e al suo passato.

– A differenza di quanto si creda, che la persona abusata diventerà a sua volta abusante, è invece più suscettibile a rimanere una vittima, in diversi ambiti della vita: sessuale, lavorativo, sociale, ecc. È per questo che frequentemente, le vittime di abusi durante l’infanzia, si ritrovano in situazioni amicali o sentimentali estremamente sbagliate, o tossiche. Il motivo è perché non hanno mai conosciuto altro nella loro vita, credendo che quella sia la normalità. Oppure possono credere di non valere abbastanza per meritarsi altro. Si può sviluppare anche una paura d’abbandono, spesso e volentieri instillata dalle persone narcisiste per tenersi vicine le loro “prede”, costringendo la vittima a lottare per rimanere in quel contesto tossico.

– I flashback, gli incubi notturni, le crisi di panico, sono altre eredità lasciate dai traumi vissuti. Così come la memoria del corpo (capitolo 292), che può causare disagi, fino a diventare invalidante.

– Anche i disturbi del linguaggio possono svilupparsi, specialmente se la vittima di violenze, sopratutto, ma non solo, sessuali, è molto giovane. Così come è più comune l’insorgere del mutismo selettivo.

– Possono insorgere disturbi dell’apprendimento, o possono aggravarsi se già presenti. Il decremento dell’andamento scolastico, le assenze continue, un atteggiamento considerato “pigro” sono tutti possibili campanelli d’allarme.

– Svogliatezza o perfezionismo estremo.

– Il rifiuto delle proposte d’aiuto è forse il segno più grande. Nascere, vivere e crescere in uno stato di minaccia e negazione continua, può far distorcere il modo in cui la vittima si vede. Può pensare di non valere abbastanza per ricevere aiuto, di non meritarlo, di non essere degna. Oppure può avere paura, perché è una situazione nuova e inaspettata, perché, prima di allora, solo il disagio è stata la sua normalità. Anche la perdita di fiducia verso il mondo (capitolo 511) può influire significativamente sull’accettazione di un aiuto.

Per quanto riguarda nello specifico le violenze sessuali subite durante l’infanzia, si possono sviluppare i seguenti tratti. Tratti che possono frequentemente mostrarsi in entrambi gli estremi.

– Non riuscire a sostenere la visione della propria immagine allo specchio, o esserne ossessionato o ossessionata.
– Provare avversione per il contatto fisico, o avvertirne estremo e costante bisogno.
– Trovare ripugnante ogni contatto sessuale, o sviluppare un’ipersessualità (capitolo 305), a volte effettuato malgrado la repulsione.
– Avere una fissazione compulsiva per la masturbazione, arrivando ad effettuarla anche in contesti non accettabili.
– Sviluppare un’ossessione smodata per l’attività sessuale, o disinteressarsene completamente.
– Avere poca conoscenza riguardo al sesso, o saperne troppo in età non ancora adeguata.
– Si può avere una visione distorta e sbagliata dell’attività sessuale (capitolo 105).
– Avere confusione riguardo al proprio orientamento romantico e sessuale.
– Associare le sensazioni di piacere a quelle del dolore. Oppure totale assenza di sensazioni fisiche durante l’atto.
– Incapacità di sottrarsi al sesso, o timore a dire NO ad alcune pratiche che non si intende effettuare.
– Avere un atteggiamento aggressivo, o totalmente passivo, durante l’atto.
– Provare sensi di colpa per ogni attività erotica, sia da soli e da sole, sia comprendente altre persone.

Questo è solo un breve riassunto di alcuni dei possibili segni, o delle caratteristiche, che si possono manifestare dopo aver subito uno o più traumi prolungati durante l’infanzia. La lista non è neanche lontanamente esaustiva, perché è uno degli aspetti più complicati, con infinite sfumature, sottosfumature e ramificazioni.

Se ho trattato l’argomento in maniera errata, non esitate a farmelo notare. Così come se desiderate aggiungere dei nuovi punti o sviluppare quelli già esistenti, sentitevi liberi e libere di scriverli nei commenti.

La pagina ABUSI, raccoglie tutti i capitoli inerenti ai traumi subiti durante l’infanzia. Clicca qui se vuoi approfondire, o se semplicemente non vuoi sentirti più solo e non vuoi sentirti più sola.

Questo è un luogo sicuro, senza giudizi né pregiudizi. Potrai essere te stesso e puoi essere te stessa. Sempre.

33 pensieri riguardo “Capitolo Cinquecentotredici

  1. Penso che tu abbia trattato l’argomento benissimo.
    A proposito di persone con personalità “borderline”, mi viene in mente questo termine, ma potrebbe essere impreciso, una ragazza che conoscevo, mi parlò delle sue cefalee perché sapeva che è un problema per il quale soffro da anni, se non da sempre. Mi raccontò un sacco di cose e mi meravigliai perché io sono sempre stata disponibile nei suoi confronti, ma lei era piuttosto schiva. Forse anche a causa di un retaggio educativo e perché essendo di un’altra nazionalità, aveva una serie di limiti e di imposizioni.
    I suoi sembravano, nonostante tutto, di mentalità aperta, ma si vedeva che lei soffriva. Un giorno mi confidò una realtà agghiacciante, mi disse che quando andava fuori di testa, furono proprio queste le espressioni che utilizzò, si tagliava. Io rimasi malissimo, non sapevo come aiutarla, anche perché spesso non c’era occasione di parlare o non ne aveva voglia.
    Ne parlai ovviamente con la nostra amica comune, che sapeva e si meravigliò molto che si fosse confidata con me. Poi quando la nostra amica si trasferì all’estero, lei disse che si sarebbe licenziata e così fece, ma non ho avuto più occasione di parlare con lei. Mi ha bloccata su What’s up, non mi aveva detto che si era già licenziata nel frattempo.
    Il suo datore di lavoro ci rimase malissimo, non gli aveva dato il preavviso e pure la nostra amica comune si meravigliò moltissimo, non ne aveva parlato nemmeno con lei.
    Scusa se mi sono dilungata, probabilmente sono andata fuori tema, ma il fatto di autoinfliggersi una cosa simile mi sembrava una tematica degna di essere segnalata.

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    1. Il BPD può svilupparsi a seguito di traumi, o essere slegato da una componente traumatica. L’autolesionismo e l’autosabotaggio possno essere due sintomi di questa condizione, così come la depressione. Mi dispiace davvero tanto per la tua amica, so che hai fatto tutto il possibile per aiutarla e spero tu non ti senta né in colpa e né responsabile.

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      1. In realtà mi dispiace moltissimo per lei, ma non mi sento in colpa o responsabile perché ho fatto sempre di tutto per aiutarla, se poi lei ha fatto le sue scelte, le rispetto e ne prendo atto. Ho capito una cosa che non si può aiutare chi non vuole farsi aiutare. Era la stessa ragazza che l’anno scorso mi telefonò mentre ero in spiaggia con mio marito e mi chiese di coprirla con la famiglia.
        Considera che in cinque anni, non mi ha mai telefonato, mi meravigliai molto di quell’unica chiamata che mi mise non poco in difficoltà.
        Mi faceva tenerezza, tornava sempre a casa in pullman, anche quando faceva un freddo disumano. Più di una volta mi sono offerta di accompagnarla a casa in macchina, ho dovuto insistere. Poi ad un certo punto, ho smesso anche di insistere, anche io ero in non poca difficoltà. Grazie per la tua fiducia nei miei confronti.

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      2. Quante cose che ho da imparare…
        Ti ammiro così tanto!

        Mi sono diplomata in grafico pubblicitario, poi ho fatto un corso di psicologia infantile per lavorare con i bimbi e poi mi sono ritrovata in una scuola superiore, sono un’insegnante di sostegno per ragazzi con lo spettro autistico… Ma dico sempre “c’è sempre da imparare” adoro! 💜
        Grazie di avermi dato questa bellissima opportunità di conoscere altre situazioni nuove…(lo so non è bellissimo la violenza, il bullismo, la depressione) ma c’è sempre da imparare e magari facendo così possiamo cercare di aiutare il prossimo…

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      3. Posso immaginare Buio!!!
        Ma non ci sono dei test affatti per chi ha delle difficoltà, delle piccole agevolazioni…😪
        Perché se ci pensi bene è veramente ridicolo che una persona non può fare un test per le sue difficoltà, tutte le università devono avere qualche agevolazione…

        Ad esempio nella scuola dove lavoravo io, c’erano due ragazzi Down avevano preso tre lauree, sono rimasta stupita…😯 è una bellissima cosa…
        Penso che tutti abbiano l’opportunità di studiare e di lavorare…😉
        Nei prossimi articoli parlerò anche del mondo del lavoro che fa veramente schifo per chi è nelle categorie protette, non c’è nulla di protetto cazzarola!
        Sarina💜

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      4. Purtroppo solo in Italia ci sono queste limitazioni. Anche nelle facoltà a numero aperto c’è lo stesso tipo di test e se non lo superi hai il blocco della carriera. Sto lottando affinché la mia condizione di persona autistica venga riconosciuta, ma ho trovato solo psichiatri e psichiatre che, oltre ad avermi dato diagnosi completamente differenti, mi hanno ridicolizzato, sminuito e, l’ultima volta, bullizzato.
        (sarcasmo) e scommetto che loro erano super capaci a calcolare l’area del tronco di cono del test.

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      5. Sinceramente non sapevo tutto questo…che Università del cazzo (scusami per la mia espressione) ma non è giusto….😪

        In teoria quella figura professiona come: psicologo,psichiatra non dovrebbe mai mai bulizzare…mi dispiace ancora per tutto quello che hai dovuto passare…💜
        Grazie mille per le tue splendide informazioni caspita non lo sapevo! 😪

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      6. Sei sempre una persona d’oro…hai un animo puro cara mia Valy… Mi dispiace un sacco per la vostra amica in comune…
        Quindi ti ha bloccata su WhatsApp? Magari è un arma di difesa per lei… (Non mi intendo abbastanza di questi argomenti) ho sempre paura di dire la cosa sbagliata…
        Sono molto empatica, magari poi esagero e non voglio… 🫂Ti abbraccio forte mia cara Valy ( mi sono affezionata tantissimo a te) anche se non ci conosciamo di persona, ma con i messaggi sento tutta la tua purezza! Sarina💜

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      7. Grazie Sarina,
        ho anche io i miei buchi neri e le mie ombre, ma cerco di fare del mio meglio. Sì, mi ha bloccata. Mi è dispiaciuto per lei, ma, a dirla tutta mi sono sentita usata da tutte loro, sempre disponibile ad aiutarle, poi scappa così senza nemmeno salutare, mi blocca, fa perdere le sue tracce, come quando stava male, io la chiamavo per aiutarla e lei non mi rispondeva..adesso non so davvero più niente di lei. Forse è tornata in India.
        Anche la mia amica ha un comportamento piuttosto deludente, le voglio bene, ma sono rimasta male per la sua completa inaffidabilità.
        Ti ringrazio Sarina, anche io mi sono affezionata molto a te. Non temere di dirmi quello che pensi, finché si parla si può trovare una soluzione, sono i silenzi ad allontanare le persone. Il nostro amico Buio è una persona fantastica, sempre pronto ad aiutare tutti, potrai trovare sempre in lui un valido sostegno, vi abbraccio entrambi! 🫂
        Io credo che qui riusciamo ad avere un rapporto anche più autentico perché ci apriamo, condividiamo e cerchiamo di darci tutti una mano! La qual cosa è bellissima in un mondo in cui alcune persone si incontrano magari tutti i giorni e non si guardano nemmeno in faccia o dritto negli occhi. 💜💜
        ^_^ ^_^

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  2. Hai trattato l’argomento bene e con la giusta sensibilità, spiegando bene che cosa sia e soprattutto che cosa può portare. Anche nel Corso da OSS ne abbiamo parlato. Non era qualcosa che riguardava il programma, era un approfondimento che ha fatto la nostra insegnante di psicologia, dicendo che era una cosa recente e che dev’essere ancora approfondita meglio. Ce l’ha spiegata velocemente ma ho ritrovato nel tuo articolo parecchio delle sue parole. Tu sei molto brava nello spiegare e cerchi sempre di essere precisa. Continua così, amica mia, che stai facendo un lavoro bellissimo.

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  3. Cerco sempre di evitare i conflitti per paura…
    Oppure non parlo per paura di sbagliare…
    Oppure ho una bella idea, e non propongo per paura di una risposta negativa…
    Come diceva la psicologa, la causa è stata proprio per la violenza psicologica che ho subito all’età di 18/19 anni con il mio ex…

    Infatti mio moroso ogni tanto dice: ” non proponi mai, non dici mai niente” lo so che lui non mi direbbe mai di no ma anche se la risposta è negativa non succede niente…
    Ma io ho sempre paura di sentirmi dire sempre NO! 😔Ed è molto brutta come sensazione!

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  4. Sì, sono paure che tutti abbiamo, pensate che c’era un periodo in cui, da ragazza, quasi non parlavo per paura di sbagliare. Ero rimasta traumatizzata da un ragazzo che, per una cosa di nessun conto, se l’era presa con me è ha montato su una storia durata un pomeriggio intero. Senza quell’inconveniente, sarebbe stato un pomeriggio bellissimo, ero con una mia amica e la sua comitiva. Ci rimasi malissimo, al punto che avevo paura ad aprire bocca. Quell’estate o la successiva, non ricordo, mio zio venne a prendermi e partii con lui per andare in Sicilia, dove c’erano i miei cugini e mia zia. Mia cugina non faceva che parlare, io ascoltavo e stavo quasi sempre zitta, ma fu in quella vacanza che incontrai un ragazzo davvero speciale e diedi il mio primo bacio, avevo sedici anni. Poi parlandone con mio fratello, che era geloso, mi disse che non avevo perso tempo. Mi sentii giudicata, non avevo fatto niente di male. Lui sempre pronto a fare il censore. Tra l’altro, fui sfortunata. Ho potuto trascorrere una serata soltanto con lui, vennero i suoi amici e dovette partire per le Isole Eolie, mi mandò una cartolina da Vulcano. Rimasi molto male per il fatto che era partito. Dopotutto lui viveva a La Spezia ed io a Roma, abbiamo avuto pochissimi momenti da trascorrere insieme. Ci scrivevamo delle lettere e mio fratello le ha lette tutte. Però ora, guarda caso, mi ha tagliato fuori dalla sua vita. Per questo motivo sto malissimo……

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    1. Hai proprio ragione Valy…
      Hai detto benissimo!!!
      Hai descritto tutto…
      Ci conosciamo da poco ma sembra di conoscerci da una vita… Aaaah il destino è misterioso e allo stesso tempo meraviglioso!!! 😌
      Sarina 💜

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      1. Anche io la sensazione di conoscerti da sempre Sarina. Sono convinta che nulla accada per caso e che le persone entrino sempre nella nostra vita per una ragione ben precisa.
        Mi sono affezionata tantissimo a te, ti abbraccio, è stato bellissimo incontrarti!! 💜💜💜

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